Da Roma,passando dall'oriente, sino ai tempi moderni
Plinio il Vecchio (23-78 d.C.), naturalista dell'antica Roma che tra le sue numerose opere scrisse un trattato in 37 volumi conosciuto come la "Naturalis Historia". Plinio dedica il suo trentasettesimo volume interamente alle proprietà delle gemme e dei cristalli, facendosi così precursore di una materia, la gemmologia, che nella storia contemporanea fu introdotta solo nel secolo scorso. Plinio il Vecchio, per sua ammissione, traeva le sue conoscenze dal contatto con i sacerdoti dei Celti, i druidi dell’epoca.
Molto spesso le pietre preziose diventano protagoniste di racconti e romanzi. Non è sorprendente, perché gemme e gioielli, non solo incarnano la bellezza, ma sono simbolo di ricchezza e possono diventare elementi fondamentali per scene varie, azioni e drammatici sviluppi!
Sin dalla nostra infanzia e adolescenza le gemme affiorano in racconti e romanzi come in “Ali Baba ei 40 Ladroni” o ne “L´Isola del Tesoro”.
Chi non ha seguito, col fiato sospeso, l´avventura di D’Artagnan fino al suo ritorno in Francia con il Diamante della Regina? E chi non é rimasto incantato dalla lunga collana di perle di Daisy Buchanan in “The Great Gatsby“?
Ci sono così tanti romanzi di diversi epoche, in cui le pietre preziose svolgono un ruolo.Come nell’amato romanzo “Cento anni di solitudine” del grande scrittore Gabriel García Márquez. Uno dei personaggi,Melquiades,aveva un anello con enorme opale nero.
Nel suo esauriente trattato, una vera miniera per gli storici e i gemmologi, Plinio parla soprattutto degli aspetti meno noti delle gemme, oggi decisamente in disuso: l'aspetto terapeutico, il loro possibile uso magico e le loro origini leggendarie. Temi che la Scienza ufficiale considera “pseudoscienze” a cui non attribuisce dati attendibili, ma come non esserne incuriositi?
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