Il destino dei fastosi gioielli dei Romanov
Che fine hanno fatto i gioielli dei Romanov? Ormai è un fatto storico l’abdicazione dello zar Nicolai II in quel famoso 14 aprile del 1917. Quasi un anno dopo Alexandra Feodorovna, non più imperatrice, decise di mettere al sicuro una parte dei gioielli di famiglia, affidandoli alle persone di maggior fiducia che le erano vicine e che potevano sfuggire alla strettissima sorveglianza esercitata dai militari che controllavano la loro residenza di Tobolsk.
I gioielli dei Romanov nascosti
Alexandra Feodorovna aveva previsto pure che la famiglia poteva essere condannata all’esilio e costretta a lasciare tutto da un giorno all’altro. Allora nascose gioielli piccoli e pietre preziose, soprattutto Diamanti. In quella terribile notte, quando la famiglia regale fu messa sotto il plotone di fucilazione dopo vari minuti di fuoco, alcune delle vittime erano ancora assurdamente vive. Le guardie erano sgomente. Più tardi si scoprirà che i loro corsetti erano imbottiti di Diamanti, Zaffiri, Rubini ed Smeraldi che le ragazze vi avevano cucito all’interno. Dunque le pallottole incontravano resistenza nel trapassare i corpi. Tutto il plotone di esecuzione aveva assistito incredulo all’inaspettata difficoltà nell’uccidere persone inermi. Gli uomini erano in uno stato confusionale. Le circostanze apparivano misteriosissime ed inverosimili.
La collana di Cecilia Gallerani, la dama con l’ermellino
La dama con l’ermellino
Oggi vorrei parlare di un quadro nato a Milano, nel bel mezzo del Rinascimento, e dipinto niente di meno che dal più grande fra i grandi: il maestro Leonardo da Vinci. Mi riferisco al ritratto di Cecilia Gallerani, conosciuto dai più come „La Dama con l’Ermellino“. Tutti conoscono il quadro poichè presente in tanti libri di studio, cataloghi, manifesti e cartoline. Per quale motivo dovrei soffermarmi su questo dipinto? Naturalmente per la collana che indossa la Gallerani nel quadro!
La fanciulla, che al momento del dipinto aveva circa quindici anni, si mostra con un solo gioiello (sinonimo questo di maggior sobrietà e raffinatezza rispetto a tante dame sue contemporanee abituate ad agghindarsi in modo decisamente più vistoso).
Il sottile e candido collo di Cecilia è cinto da una collana stretta intorno alla gola e poi lasciata pendere sul seno, come usavano fare in quel periodo molte altre sue coetanee anch’esse nubili, ma il materiale del gioiello resta tutt’oggi un mistero. Ed è per questo che m’interessa parlarne oggi.
La collana
Di quali pietre preziose erano fatti i grani neri che compongono la collana che a distanza di secoli possiamo ancora ammirare indosso alla Gallerani?
La risposta che per prima ci viene in mente è: agata nera, di grande moda nel rinascimento. Ma anche l’ambra nera aveva un suo grande pubblico a quel tempo, per non parlare dell’onice o del corallo nero.
È emblematico per questa faccenda che nel 1980 sia uscito un articolo su varie riviste di moda, dove si parlava di questa collana e si sosteneva che si trattasse di una collana di Tormaline nere e si parlava persino del gioielliere… che era poi un gioielliere mai esistito! Una settimana più tardi fu scoperto che si trattava di un colpo pubblicitario con tanto di „sense of humor“ di una azienda di gioielleria di fama internazionale con sede a Londra…
Vi è però anche un’altra possibilità, piuttosto plausibile, secondo cui si sarebbe invece trattato di semplici granelli di pasta profumata, per i quali scoppiò, in pieno Rinascimento, una vera e propria mania da parte di uomini e donne! E allora queste „false gemme“, sarebbero „gemme sensoriali“, che lasciavano dietro un filo di profumo accattivante e misterioso. Probabilmente è la risposta più adatta al mistero della collana di Cecilia Gallerani.
Agatha Christie e i misteriosi diamanti scomparsi
Agatha Christie
No, non è il titolo di un giallo della grande scrittrice britannica Agata Christie. Si tratta di un aneddoto vero, degno però di essere protagonista di un’avventura del meraviglioso Poirot.
Dopo decenni di mistero, solo nel 2014 si è venuto a sapere che cosa era successo ai famosi gioielli di famiglia di Agatha Christie, di cui si erano perse le tracce.
Agatha Christie aveva scritto nelle sue Memorie su questi gioielli, che facevano parte dell’eredità lasciata dalla madre, e gli aveva descritti meticolosamente: una spilla di Diamante e un anello in trilogy di Diamanti, ambidue in oro bianco. Dopo la sua morte, questi gioielli non sono stati trovati da nessuna parte neanche dopo la scomparsa della figlia Rosalind.
gioielli di Agatha Christie
I gioielli, risalenti al XIX secolo e creduti persi da tempo, sono stati riportati alla luce con un colpo di scena degno dei suoi ingegnosi romanzi gialli. Jennifer Grant, una appassionata fan si è recata nel 2006 a Greenway, l’amata casa della Christie nel Devonshire, per seguire una vendita all’asta. Non dimentichiamoci che Greenway era la sua casa di vacanza, casa che la scrittrice utilizzava come scenografia in diversi suoi romanzi. La figlia Rosalind visse nella proprietà fino alla sua morte nel 2004 e fu anche usata nel 2013 per delle riprese televisive con protagonista David Suchet, nella sua ultima apparizione come Poirot per la ITV.
L’asta di gioielli
Come detto, nel 2006 ci fu un’asta nella casa dell’autrice nel Devonshire dove Jennifer Grant si aggiudicò per soli 170 dollari un vecchio baule da viaggio che era appartenuto alla madre della scrittrice. Il baule aveva incise le iniziali del nome della mamma dell’autrice: C.M.M. – Clara Margaret Miller. Il catalogo dell’asta non menzionava nessun tipo di oggetto al suo interno.
Quando il baule fu consegnato Jennifer Grant scoprì che conteneva alla base una piccola cassaforte nascosta.
Ma non c’erano chiavi e non riuscì in nessun modo ad aprirla, per cui rimase a prender polvere sotto le scale di casa sua per anni.
La scoperta
Con i suoi amici, molti dei quali fan di Agatha Christie, Jennifer Grant si divertiva a inclinare la cassa e sentire il rumore di qualcosa che tintinnava. Fra loro giocavano a scommettere cosa ci sarebbe potuto essere dentro e immaginavano oggetti misteriosi ed eccentrici. “Non ero più sicura di volerla aprire perché a quel punto non ci sarebbe stato più il mistero” ha dichiarato la Grant.
Dopo alcuni anni fece dei lavori in casa e le venne in mente che con tanti attrezzi in giro poteva approfittarne e usare un piede di porco per forzare la serratura. Ecco risolto il mistero: aprendo la cassaforte trovò una borsetta da uncinetto con 35 sovrani d’oro e 17 mezzi sovrani d’oro. Ma furono i gioielli, – la spilla e il anello di Diamanti – messi dentro una scatola di cartone a rappresentare un legame personale con Agatha Christie
Sebastián Jaramillo: quando le pallottole diventano gioielli
Sebastián Jaramillo
Sebastián Jaramillo è colombiano, ed è internazionalmente riconosciuto come un designer di gioielli spettacolari. “Oggi” – afferma lui – “bisogna più che mai creare gioielli con un messaggio”
Cosa sappiamo della Colombia?
Dalla Colombia provengono gli Smeraldi più strepitosi e pregiati al mondo. La Colombia è il paese di Gabriel García Marquez, che ci ha fato sognare con i suoi racconti di quel lontano e mitico Macondo. La Colombia è famosa per il suo caffè e la bellissima miss Universo del 2014 era colombiana!
E la Colombia è stata recentemente protagonista nelle testate di tutti i giornali del mondo dopo una svolta storica molto speciale: dopo quasi 50 anni di conflitto armato fra militari e guerrilleros della Farc è stato firmato uno storico trattato di pace. Ed è a questo momento storico della Colombia che Sebastián Jaramillo dedica la sua collezione.
La collezione
Non è la prima volta che Jaramillo sorprende per la scelta dei materiali, e neanche la prima volta che usa pallottole per disegnare i suoi gioielli. Anzi, la sua primissima collezione, realizzata sei anni fa e venduta nella fiera di New York, aveva usato caricatori di munizioni del fucile vuoti, “riempiti” con gemme e perle.
Poi vennero i gioielli con i mattoncini di Lego, poi le immagini di Shakespeare, Napoleone e il Poseidone, sempre combinati con oro, pietre preziose e tanto “humor”. A un semplice colpo d’occhio si potrebbe pensare a un pezzo di gioielleria tradizionale russa o vittoriana, ma con un po’ più d’attenzione si scopre sempre il dettaglio provocatorio, l’occhiolino che ci fa complici di un gioiello con un messaggio ben chiaro. Un contrasto molto rischioso ma che comunque piace, soprattutto alle donne più giovani.
Oggi la sue proposte sono – ancora una volta – le pallottole. La collezione offre elaborate collane, orecchini e spille usando il metallo freddo delle munizioni abbinato a Perle barocche, Rubini, Diamanti, Tormaline e Cristalli di Rocca. La sua intenzione è molto esplicita: narrare storie di guerra e pace, riflettere sull’emozione che lui stesso prova all’idea di vivere in un paese senza conflitto armato dopo più di 50 anni.
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